licenziamento per sopravvenuta inidoneità fisica
21 Settembre 2020Il tizio del piano di sotto strimpella la sua chitarra a tutte le ore. L’inquilina di sopra accende la lavatrice antesignana alle due di notte perché così lei risparmia, ma tu ti svegli per il frastuono e non ti basta un esercito di pecore per riaddormentarti. Alzi la mano chi non si è ma trovato a dover affrontare il problema dei vicini rumorosi. Stai pensando di rendergli pan per focaccia? Fermati, ci pensa la legge a tutelarti con gli orari condominiali!
Vita in condominio, che fatica!
Il vicino rumoroso è figlio del progresso. L’Italia delle case vicine ma indipendenti di provincia ha lasciato il posto a un’urbanizzazione sempre più fitta e capillare. I caseggiati e i condomini più o meno piccoli rappresentano la soluzione abitativa più comune nelle nostre città. Gestire i rapporti di vicinato diventa un sottile gioco di equilibrio tra tolleranza e difesa della propria libertà. C’è il vicino invisibile che ti chiede scusa per ogni rumore molesto e quello che sembra un vero e proprio bullo, intento a studiare ogni giorno nuovi modi per dar fastidio al prossimo. Se in inverno il problema sembra leggermente più tollerabile vuoi per i ritmi di vita più serrati e gli orari diversi, l’estate è il periodo in cui la pazienza è messa a dura prova. Bambini che giocano sotto la tua finestra alle tre del pomeriggio, famiglie che accendono il barbecue grigliando non solo le loro bistecche ma anche il tuo bucato appena steso. Insomma, c’è veramente da perdere la testa! Come puoi difenderti? La legge parla chiaro, ogni condomino è tenuto al rispetto degli orari di riposo. Vediamo nel dettaglio le soluzioni normative offerte dal legislatore.
Il rumore molesto e la soglia di tolleranza
Definiamo molesto quel rumore che turba il riposo e la quiete delle persone. Normalmente si parla di soglia di tollerabilità quando il livello medio del rumore di fondo supera i 3,5 decibel. Questo parametro è stato ritenuto dalla Corte di Cassazione come un punto di riferimento perfetto per venire incontro alle esigenze contrapposte dei contendenti. La definizione di rumore molesto così ampia lascia un notevole margine decisionale al giudice che può valutare caso per caso il danno reale apportato dal disturbo. Ti facciamo un esempio. Un rumore di un martello pneumatico nel silenzio della campagna è immediatamente fastidioso. In città, dove il traffico intenso e i clacson sono il sottofondo normale, quello stesso rumore non è poi così prepotente. La soglia di tollerabilità quindi sarà diversa in base al contesto nel quale ci troviamo. Il magistrato dovrà tener conto quindi della situazione locale nella quale ha luogo il rumore, rapportandola all’udito dell’uomo medio.
Da un punto di vista strettamente legale per determinare il concetto di rumore molesto dobbiamo affidarci alle disposizioni di due articoli ben precisi. Il codice penale, articolo 659 comma 1, è molto chiaro perché condanna chiunque rechi disturbo al riposo altrui e alle occupazioni del condominio. A questa norma dobbiamo affiancare l’articolo 844 del codice civile il quale afferma che ogni cittadino deve impedire che dal proprio fondo, terreno e proprietà siano emessi rumori, fumo e calore oltre la normale soglia di tollerabilità.
Gli orari condominiali
Il regolamento condominiale può stabilire le ore destinate alla quiete e al riposo. Solitamente le fasce orarie in cui è possibile far rumore sono:
– dalle 8.00 di mattina fino alle 13.00
– dalle 16.00 fino alle 21.00
Al di fuori di queste, ogni rumore e schiamazzo può essere contestato in sede di assemblea condominiale. Ovviamente ogni condominio sceglie in modo autonomo questi orari che possono variare in base alle stagioni o alle esigenze degli abitanti.
Il regolamento condominiale non deve per forza prevedere gli orari da destinare al riposo. In caso di mancanza di altre indicazioni, per risolvere il problema devi far riferimento all’articolo 844 di cui ti abbiamo già parlato nel paragrafo precedente. Se il condominio tace devi quindi far riferimento alla legge, con la consapevolezza che non troverai nessuna indicazione precisa se non quella che il rumore non deve superare la soglia della normale tollerabilità.
Quali sono i rumori molesti?
La lista dei rumori molesti non è un diktat al quale far riferimento in modo assoluto, ma semplicemente un elenco di comportamenti che possono recare danno agli altri. Tra i più comuni troviamo:
– cani che abbaiano a tutte le ore
– radio e tv ad alto volume
– feste protratte fino a tarda notte
– motore dell’automibile acceso a lungo
– rumore di tacchi
– pianto dei bambini
– utilizzo di martelli pneumatici o altri strumenti rumorosi
Come tutelarsi dai rumori molesti
Se il tuo regolamento condominiale parla chiaro, non ci sono problemi. Puoi rivolgerti all’amministratore il quale potrà chiedere verbalmente o tramite raccomandata la cessazione del rumore molesto. È una soluzione semplice e a portata di mano, ma non sempre arriva a buon fine!
Se il regolamento condominiale tace oppure l’azione dell’amminstratore cade nel nulla, puoi far ricorso a un’azione legale.
Orari condominiali e lavori di ristrutturazione
È un classico della domenica. Alle otto in punto il vicino inizia a usare il trapano, il martello pneumatico e butta giù una parete. I lavori di ristrutturazione di un appartamento all’interno di uno stabile devono seguire delle regole ben precise. Il buon senso impone che tali lavori non debbano essere eseguiti nelle fasce orarie destinate al riposo, nel fine settimana e nei giorni festivi. Questa è una regola generale che, come abbiamo già sottolineato, può variare in base agli accordi presi in sede di assemblea condominiale. Se il vicino ha necessità di lavorare negli orari proibiti, deve chiedere una deroga all’amministratore che provvederà a sua volta a interpellare gli altri condomini.
Se non è prevista nessuna fascia oraria, i lavori di ristrutturazione possono avvenire dalla 8 di mattina fino alle 17 del pomeriggio. Anche in questo caso vanno rispettate le due ore del pranzo, dedicandosi ad attività meno invadenti. Il rumore è insopportabile e il vicino non ne vuole sapere? Il giudice può intervenire condannandolo al pagamento di una multa che può arrivare fino a 516 euro.
Il ricorso al giudice e la perizia fonometrica
Se il tentativo di dialogo non ha avuto gli esiti sperati, devi rivolgerti a un legale. In questo caso è fondamentale comprendere che spetta a te provare i rumori molesti di cui accusi il tuo vicino. Non basta portare le testimonianze di altri condomini ma devi fornire il risultato della perizia fonometrica appositamente redatta da un tecnico specializzato. Grazie a questo intervento potrà essere stabilito con certezza se il rumore può qualificarsi come molesto perché supera la normale soglia di tollerabilità.
Il giudice, prima di decidere, dovrà tenere in considerazione tre aspetti ben definiti come:
– Collocazione dell’appartamento
L’abitazione è in campagna, in città, in un piccolo centro o in una zona residenziale?
– Orario
La radio accesa a tutto volume alle dieci di mattina non è fastidiosa, alle undici di sera diventa un problema.
– Persistenza del rumore
Un esempio su tutti: se il vicino suona la batteria per mezz’ora il rumore può esser tollerabile, se lo fa per cinque ore di seguito è massacrante!
Illecito civile
Se il magistrato riconosce l’illecito civile, condanna il tuo vicino per rumori molesti ed emana un’ordinanza attraverso la quale ordina l’immediata cessazione delle molestie acustiche (configurate dalla recente normativa come assimilabili al reato di stalking). Può obbligare il colpevole a insonorizzare l’appartamento. Attraverso un ricorso d’urgenza può stabilire in via equitativa un risarcimento a favore della parte lesa. L’ammontare è a totale discrezione del Tribunale.
Il giudice può stabilire anche un risarcimento in base all’articolo 2043 del codice civile qualora tu riesca a dimostrare che hai riportato un danno effettivo a causa del comportamento del tuo vicino. Se ad esempio hai perso il sonno a causa del rumore, puoi fornire al Tribunale una serie di certificati medici per attestare il tuo effettivo stato di salute. Ricorda che in ogni caso, qualsiasi sia l’azione che vuoi intraprendere, l’onere delle prova spetta sempre a te, il giudice non accetterà mai un sentito dire!
Il tema del risarcimento patrimoniale e morale del danno subito in seguito ai rumori molesti è stato ampiamente dibattuto. La Corte Suprema di Cassazione ha stabilito con una sentenza del 2016 che il caos generato dai vicino può dar luogo a un’effettiva compromissione dello stato psico-fisico della parte lesa.
Il disturbo della quiete pubblica
I rumori molesti possono diventare oggetto di reato penale. In questo caso lo schiamazzo deve dar fastidio non soltanto a un singolo individuo ma a tutto il condominio. Addirittura in questo caso viene a decadere il requisito della normale tollerabilità. Quel che conta è che il disturbo sia generalizzato e diffuso. Il giudice prenderà la sua decisione sulla base di vari elementi probatori come le testimonianza dei condomini, l’effetto concreto del rumore e la quantità del disturbo arrecato alla comunità.
La tentazione di ricorrere alle vie legali in caso di vicini rumorosi è una delle strade che puoi scegliere se ormai la convivenza sta diventando impossibile. I tempi della legge però possono rivelarsi estremamente lunghi e molte volte, anche se dovessi vincere la causa, non tornerai certo a ripristinare una situazione calma e tranquilla. La soluzione? Finché ti è possibile tenta la strada dell’accordo amichevole e del dialogo tra le parti.